Rebel Rebis

Rebel Rebis (solo il caos può partorire una stella danzante)

Un simbolo che perfettamente racchiude nel suo interno il mistero del numero due è il Rebis. Il Rebis (da res bina la cosa doppia) è una famosa figura ermetica riportata da vari autori in primis Basilio Valentino nel suo trattato sull’Azoto (1659), e riproposta dal Wirth; La figura rappresenta un androgino con due teste, una femminile ed una maschile, che tiene sottomesso un drago alato, con la sinistra tiene un compasso e con la destra una squadra, sul petto riporta la parola Rebis, nel cielo brilla a sinistra il sole e a destra la luna, al centro una Stella Fiammeggiante a cinque punte contenente il simbolo alchemico del Mercurio, lateralmente si trovano quattro stelle a sei punte (sigillo di Salomone) contenente ciascuna il simbolo di Marte e Venere a sinistra, e di Giove e Saturno a destra; l’intera figura sormonta un complicato pentacolo inscritto in un cerchio; il tutto è racchiuso in un ovale. L’androgino, congiunzione fra energia maschile ed energia femminile «non è un ermafrodita, e cioè una mostruosità biologica, né una sintesi statica degli elementi maschili e femminili, ma è un doppio, una cosa duplice (come dice il suo stesso nome) in cui questi elementi si completano e si esaltano a vicenda, invece di neutralizzarsi, perché sono in stato di equilibrio conflittuale».

Nella tradizione esoterica il Rebis è la rappresentazione del doppio, del due, dell’Armonia realizzata. Il Rebis (da res bina la cosa doppia) è una famosa figura ermetica riportata da vari autori in primis Basilio Valentino nel suo trattato sull’Azoto (1659).

Nel mio percorso artistico questa faticosa meta arriva con la messa in discussione di ogni certezza, con la trans/gressione continua tra l’antico e il moderno, la sperimentazione sensuale che attraversa arti diverse, pittura, poesia, teatro. Un po’ di Bowie (Rebel Rebel è uno dei miei brani preferiti) esemplificazione del perfetto androgino, un po’ di Velvet Underground, miscelati in un crogiuolo alchemico dove si incontrano gli dei dell’Olimpo e il rock, i Tarocchi e la ragion veduta, il serpente delfico  e Lou Reed, i colori della terra e l’oro, metallo alchemico per eccellenza, il rosso conturbante del sangue unito al bianco e nero, che fu un leit motiv del post punk. La mostra Rebel Rebis ha debuttato nel 2011 alla Terry May Home Gallery di Ferrara, e nel 2012 è stata ospite della Rassegna Ossigeno 2012 al Soundgarden di Asti. In quest’ultima occasione è stata rappresentata la performance “Arpìe”, che ho scritto nel 2009. In seguito Rebel Rebis è approdata a Palermo, a novembre 2012, nell’ambito della rassegna “Il cammino dell’eroe”, presso l’Università degli Studi di Palermo, e successivamente alla Galleria Bottisio di Torino, a giugno 2013.

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