Seph[erotica ]

SEPH[EROTICA]– UN GIORNO HO ASCOLTATO UNA DONNA… (1)  

C’è un tratto tipico di Monica Seksich che mi ha sempre sorpreso, la sua ironica maniera di distorcere le parole, di giocare con le vicinanze di suono per trasformare un senso semplicemente sostituendo una lettera. Abbiamo parlato spesso, insieme, del potenziale creativo segreto insito nelle parole. Basta sostituire una lettera e si creano un nome nuovo e una nuova realtà. A maggio di quest’anno, questa sua capacità si è incontrata con un concept nuovo, quello di Agostino Bergo: uno scambio di riflessioni sui simboli cabalistici innesca l’intenzione di studiarli e approfondirli insieme e sfocia nella volontà di rappresentarli attraverso la fotografia e la pittura del corpo, per coniugare il Sacro con ciò che solo all’apparenza è profano.

É questa la genesi di Seph[Erotica]. Dalle Sephirot, le modalità, dieci, attraverso cui Dio si manifesta, che si esprimono nell’immagine dell’Albero, a dieci tavole dove le sephirot-manifestazioni divine sono studiate per mezzo di corpi attraversati dall’Eros.

Finalmente un progetto pittorico a due: e quale strumento migliore della relazione per esprimere l’Eros di cui l’Arte può farsi veicolo e la totalità che le Sephirot simboleggiano?

Nella cabala esistono corrispondenze precise tra le sephirot e l’anatomia umana, per questo in ogni tavola sono ritratte parti del corpo. Si parte da qui: figure che si impongono allo sguardo, coinvolgendo però anche gli altri sensi.  La provocazione è doppia: innanzitutto il fatto di usare la rappresentazione del corpo per riferirsi alle sephirot; in secondo luogo l’uso dell’Erotica come forma di conoscenza della realtà, quel “modo di conoscere il vero senza poterlo dimostrare” (2)  che non si studia più dai tempi di Diotima. Il tutto portato avanti nella volontà di trovare il trait d’union tra due stili molto diversi, quello parossisticamente preciso di Agostino Bergo e quello di Monica Seksich, irruente e viscerale. Il trait d’union è l’uso del rosso, a sfondo dell’intero ciclo.

L’Eros è finalmente di nuovo al suo posto, di nuovo riportato all’ambito che gli è proprio, quello del Sacro. Vissuto tirato teso-esteso al limite del possibile e manifestato senza essere esibito, senza vanità ma unicamente con la gioia della vita e di una ritrovata unione d’anima, immerso nella pulsazione vitale di un denso rosso sangue, rosso coraggio, rosso carne, rosso vita, e da ogni tavola pulsa il pathos, il “sentire” quella particolare manifestazione del divino. Senza mezzi termini. Potrebbero essere i corpi di Adamo ed Eva, ancestrali nella loro potenza e prepotenza. O potrebbero essere i corpi di angeli caduti, ma non caduti nel dolore di un Eden perduto, bensì spossati dal piacere. Palpitano, si lasciano percorrere da un Sacro che sembra riversarsi-materializzarsi sulle tavole in denso colore. Sembrano plasmati nel piacere, saturi di gioia di vivere anzi, saturi di vita. Manca solamente il profumo perchè la resa sia totalmente e perfettamente sinestesica. Non si possono mescolare le essenze ai colori…? Viene da chiedersi quale sia, al di là della sperimentazione e della ricerca simbolica, l’obiettivo di questo potente dialogo erotico-pittorico. La relazione erotica, quando e se porta alla fusione, realizza la totalità e l’unità, realizza l’interezza e permette di raggiungere/toccare il divino. È uno dei modi attraverso cui il divino può manifestarsi. Immortalarsi e disegnarsi, dipingersi e ridefinirsi, cogliersi vicendevolmente con gli occhi stupefatti, adoranti e meravigliati di Afrodite, come amanti, prima che come artisti, è senz’altro un modo per rispecchiarsi, ridarsi forma, confine ed esistenza l’uno con l’altro, l’uno in funzione dell’altro. Ri-conoscersi come parti di una stessa unità. Farlo associando simboli della manifestazione divina diventa un modo per ri-conoscere l’uno la sacralità del corpo dell’altro. Viene in mente Maddalena con Gesù. L’anima, anzi, l’unione di anime, attraverso il corpo e oltre esso. E poiché il divino è principalmente gioia, riuscire ad esprimerlo perchè lo si è colto in tal forma dentro di sé può, oltre che trasfigurare, guarire. Qualunque sia la ferita.

  1. Platone, Simposio, 201 D
  2. ibidem, 202 A

Barbara Coffani, 17 ottobre 2014

Seph(erotica) a Paratissima

Il Ciclo Seph[Erotica] è il primo progetto nato dalla collaborazione con Elilim.

Il tema è la rielaborazione grafica della sintattica ideale dell’Albero della Vita, attraverso un’inedita prospettiva, appositamente scevra da dogmatismi, che dipinge, nella concretezza della carne, illuminanti dissertazioni etiche e spirituali. Queste, proprio perché osservate con profondo rispetto e onestà intellettuale da artisti non appartenenti alla Comunità Ebraica, vorrebbero essere, non espressioni blasfeme o provocatorie verso l’ortodossia, ma occasione per omaggiare la riconoscenza verso l’enorme patrimonio intellettuale e spirituale della Qabballah.

Prendendo ciascuno l’altro artista a modello, ognuno si occupa della rielaborazione grafica dei concetti sottesi ad ogni singola Sephira (5 a testa). Ciascuna delle Sante Emanazioni si riferisce ad una parte del corpo in particolare, che viene proposta enfatizzando l’erotismo intrinseco ad essa, attraverso lo studio di pose plastiche, sottese a linearità squisitamente estetiche. Le inevitabili differenze stilistiche vengono rese graficamente omogenee dalla ritrattistica in bianco e nero su sfondo rosso, dalla parola ebraica corrispondente (in alto a destra o a sinistra a seconda dei casi) e dalla composizione grafica circolare del lettering dei testi sullo sfondo (del brano musicale abbinato a ciascuna Sephiroth).

Titolo: “Seph [Erotica]” © Agostino Bergo e Monica Maria Seksich (2014 – 2016).
Autori: Monica Seksich e Agostino Bergo.
Tecnica: Istallazione a parete di 10 tele quadrate, rappresentanti le 10 Sephiroth,
secondo disposizione dell’Albero della Vita cabalistico. Ogni tela è realizzata in:
– Acrilico su tela (Agostino Bergo),
– Digital Painting con retouché in acrilico e oro lamina (Monica Maria Seksich).
Dimensioni di ciascuna tavola: 50 x 50 x 3.5 cm.
Dimensioni complessive dell’opera: 350 x 250 x 3.5 cm. (circa).
Data di creazione: da 30.06.2011 a 05.11.2014.

Modelli: Agostino Bergo e Monica Seksich
Sviluppo progetto artistico: Monica Seksich e Agostino Bergo.
Sviluppo istallazione artistica, ed associazione tele – brani: Monica Seksich e Agostino Bergo.
Testi, contenuti ed esegesi: Monica Seksich e Agostino Bergo.
Sviluppo pose/composizione artistica: Monica Seksich e Agostino Bergo.

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